giovedì 28 novembre 2019

21 - La cosa nella Musica

Carillon - Gianna Nannini 

Carrilon baci stretti e confusione
Carrillon ci batteva forte il cuore
Carrillon si giocava al primo amore
Carrillon la domenica d'estate
Carrillon sigarette e cioccolate
Carrillon il profumo dell'incenso
Ci sei a chi arriva fino al muro
ci sei non ci scoprirà nessuno
Carrillon era un gioco già da grandi
Carrillon nel silenzio in mezzo ai pini
Carrillon mi fiorivi tra le mani
Carrillon le persiane delle stanze
Carrillon e le nostre differenze
Carrillon assomigli a questa notte
ci sei a chi arriva fino al muro
ci sei non ci scoprirà nessuno
Carrillon quanti dischi son passati
Carrillon nella stanza dei delfini
Carrillon le mie notti i tuoi mattini
Carrillon mentre cambiano le stelle
Carrillon la corrente della pelle
Carrillon nella fretta di arrivare
Carrillon ci troviamo mano a mano
Carrillon nè vicino nè lontano
Carrillon luna bassa e tetti in celo
ci sei ci sei non ci scoprirà nessuno
ci sei resta solo qui vicino
ci sei ci sei non ci scoprirà nessuno

23 - La cosa nella Letteratura

Titolo del documento: Letter to James Collison
Data di composizione: 25/10/1849
Autore: Dante Gabriel Rossetti
Tipo di documento: lettera

The Carillon

by Dante Gabriel Rossetti

At Antwerp, there is a low wall
Binding the city, and a moat
Beneath, that the wind keeps afloat.
You pass the gates in a slow drawl
Of wheels. If it is warm at all
The Carillon will give you thought.

I climbed the stair in Antwerp church,
What time the urgent weight of sound
At sunset seems to heave it round.
Far up, the Carillon did search
The wind; and the birds came to perch
Far under, where the gables wound.

In Antwerp harbour on the Scheldt
I stood along, a certain space
Of night. The mist was near my face:
Deep on, the flow was heard and felt.
The Carillon kept pause, and dwelt
In music through the silent place.

At Bruges, when you leave the train,
—A singing numbness in your ears,—
The Carillon's first sound appears
Only the inner moil. Again
A little minute though—your brain
Takes quiet, and the whole sense hears.

John Memmeling and John Van Eyck
Hold state at Bruges. In sore shame
I scanned the works that keep their name.
The Carillon, which then did strike
Mine ears, was heard of theirs alike:
It set me closer unto them.

I climbed at Bruges all the flight
The Belfry has of ancient stone:
For leagues I saw the east wind blown:
The earth was grey, the sky was white.
I stood so near upon the height
That my flesh felt the Carillon.


http://www.rossettiarchive.org/docs/dgr.ltr.0557.rad.html#p3



Per ulteriori risultati:https://archive.org/details/carilloninliter00ricegoog/page/n38?q=carillon

24 - La cosa nel Cinema

Titolo: Anastasia
Anno produzione: 1997
Diretto da: Don Bluth, Gary Goldman

Una delle scene del film: https://www.youtube.com/watch?v=Tzm0qfwiY8g&t=11

lunedì 25 novembre 2019

17 - La nuvola dei nomi


Aggiungo il nome dell'oggetto in

  • greco > μουσικοί κωδώνες
  • giapponese > カリヨン
  • hindi > घण्टा बाजा
  • turco > çanlarla çalınan melodi
  • norvegese >  klokkespillet
  • portoghese >  carrilhão
  • cinese >  鍾琴

16 - Una prima mappa concettuale


13 - L'anatomia della cosa


http://intocarillon.blogspot.com/2013/11/tassonomia-quadro-componenti.html

11 - La tassonomia della cosa


Evoluzione:
Il carillon nasce nel Medioevo come insieme di campane suonati tramite l'utilizzo di una tastiera.
Quando si diffusero in Belgio ed Olanda, circa nel 1400, si iniziarono a sviluppare sempre di più, fino a quando nel 1796 Antoine Favre inventò il cosiddetto 'carillon sans rimbre nuìi marteau', ossia carillon senza campane nè martelli, che era praticamente il prototipo del carillon come lo conosciamo noi oggi.





martedì 5 novembre 2019

08 - La cosa

La mia cosa è un carillon, anzi il carillon. 

Non è il classico carillon con che lascia uscire la ballerina una volta aperto. Avevo anche quelli da bambina e mi piacevano un sacco, ma questo è più speciale.


Questo è il mio carillon.

In realtà non è nemmeno mio ed è proprio questo il motivo per cui l'ho scelto.

La proprietaria è mia nonna.

Mi ricordo che da piccola era uno dei miei "giocattoli" preferiti. 

Penso che sia particolarmente vecchio, infatti la sua fragilità si percepisce e si nota subito. Da sempre (che io ricordi) manca una delle "staffe" alla base ed una delle due cerniere che dovrebbero collegare il tetto della casetta al resto. 
Quello che facevo io era semplicemente caricarlo, aprirlo ed ammirarne i meccanismi in movimento, sempre con estrema cautela, per paura di romperlo. 

Mi ricordo che mi piaceva un sacco anche l'odore di legno e vernice che aveva mentre non amavo tanto toccarne la base perchè era particolarmente grezza, quindi temevo che qualche scheggia potesse entrarmi nelle dita. 

Questa estate, quando sono tornata a casa, ho ripreso tra le mani il carillon dopo tanti anni. E' incredibile la quantità di emozioni e sensazioni che un oggetto, una semplice cosa, può evocare e richiamare alla memoria. 
Forse è proprio per questo che alla richiesta di un oggetto che ci rappresentasse mi è venuto in mente questo. Le emozioni che mi aveva rievocato erano talmente vivide da sopravvivere ancora dopo diversi mesi. 

Ho chiesto a mio fratello di fare queste foto per me. L'ho invidiato sapendo che lui era lì, con i miei nonni e con la strana melodia del carillon di sottofondo (strana perchè, come si vede dalla foto, una delle "corde" sollecitate dal rullo è rotta).



Dovevamo scegliere un oggetto che significasse qualcosa per noi. Questo carillon significa molto di più di qualcosa per me. 





07 - Il film

Si, anche questa volta Padre Pio, ma, ripeto, parlando di San Giovanni Rotondo è inevitabile.

Il film scelto è Padre Pio (https://it.wikipedia.org/wiki/Padre_Pio_(miniserie_televisiva)), pubblicato nel 2000 in occasione della chiusura della questione sulla beatificazione di Padre Pio.

Non ho scelto questo film a caso. Ho visto questo film parecchie volte quando ero piccola. Ricordo che mi faceva paura la scena in cui il cane cerca di entrare nella chiesa dove Padre Pio, ancora bambino, si rifugiava. Ricordo che lo guardavo sempre con mio padre e, rivedendo alcune scene per scrivere questo post, mi sono accorta di ricordare molto bene anche il film stesso, la fotografia, la musica...

Avrei potuto scegliere tanti altri film. Penso che ogni film su Padre Pio parli di San Giovanni Rotondo, ma questo ha un particolare valore "affettivo" per me.

Ho inserito il link alla pagina di Wikipedia dove ci sono tutte le info e di seguito quello per guardare il film completo.

Padre Pio da bambino nel film
Padre Pio interpretato da S. Castellitto


Film completo: ww.youtube.com/watch?v=FfszIWhbqdI

domenica 3 novembre 2019

06 - Il nome

Da Gargaros, a Bisanum a San Giovanni Rotondo.
Tutto spiegato nel dettaglio qui: http://www.padrepioesangiovannirotondo.it/piosgr/san-giovanni-rotondo/storia-2/origini-della-citta/

Aggiungo altri dettagli ricavati da altre fonti:


<<Secondo la tradizione nella parte est di San Giovanni Rotondo esisteva un tempio pagano dedicato al dio Giano. [...] Sulle sue fondamenta fu eretto un battistero che poi diventò parte integrante di una chiesetta dedicata a San Giovanni Battista [...]. Dal nome della chiesetta e dalla forma circolare dell’ex battistero deriva l’attuale denominazione della città di San Giovanni Rotondo.">>


Fonte: http://www.padrepioesangiovannirotondo.it/piosgr/san-giovanni-rotondo/storia-2/storia-di-san-giovanni-rotondo-2/


<<Possiamo però parlare di vera e propria fondazione del comune solamente nel novembre del 1095, quando il Conte Enrico di Monte Sant’Angelo emette un decreto in cui compare per la prima volta il nome de “il Casale di S. Johannis Rotundi”>> 

Fonte: http://www.sangiovannirotondo.net/storia/






05 - Il mito

Si, lo so che Padre Pio è citato in tutti i miei post praticamente, ma parlando di SGR è inevitabile. Questa volta, però, ne voglio parlare in modo diverso.
Premettendo che non vorrei mai mettere in dubbio la fede di qualcuno, voglio comunque invitare tutti a riflettere senza pregiudizi di alcun tipo.

Il mito di cui voglio parlare, quindi, è proprio Padre Pio.

Io sono di San Giovanni Rotondo e ci ho vissuto per 19 anni. Non c'è stato giorno che io non abbia visto la faccia di Padre Pio in ogni sua forma durante questi anni (ironia della sorte, anche nella mia casa qui a Torino c'è un quadro di Padre Pio. Evidentemente, 19 anni non erano abbastanza...). I miei nonni sono stati sposati da Padre Pio ed in generale la mia famiglia, come tante altre, ha sempre avuto contatti molto stretti con il frate. Padre Pio è OVUNQUE a SGR. Tutto ruota attorno a Padre Pio, all'ospedale, al santuario, alla fantomatica cappella d'oro con la sua salma.......

Tutto molto bello fin qui (si fa per dire), ma la verità è che intorno a questa figura c'è un alone di ignoranza assurdo. Forse non si tratta neanche di ignoranza, ma di semplice opportunismo, che possibilmente è anche peggio. Come ho detto l'economia di SGR (dove quasi quasi ci sono più hotel che case, per intenderci) gira letteralmente intorno a Padre Pio, quindi nessuno ha interesse ha sporcarne la figura immacolata.

Eppure i fatti ci sono e appunto sono FATTI. Ci sono anche tante coincidenze (tipo che le sue prime due biografie siano state pubblicate dalla casa editrice ufficiale del partito fascista), ma i fatti sono fatti e non si possono negare.

Di che fatti sto parlando? Di quelli riguardanti i rapporti tra padre pio e le donne del paese e di quelli riguardanti le stigmate.
Ci sono articoli e parecchi libri che ne parlano (e che parlano anche di altro). Riporto alcuni dei link di seguito. Anche su Wikipedia è possibile leggere a riguardo



Su Wikipedia viene anche citato un mito riguardante Padre Pio, ovvero La presunta profezia su Giovanni Paolo II(https://it.wikipedia.org/wiki/Padre_Pio_da_Pietrelcina#La_presunta_profezia_su_Giovanni_Paolo_II)

03 - Un libro

Quella voce fucilata nella piazza. L'eccidio di San Giovanni Rotondo del 14 ottobre 1920


Il libro parla della mattina del 14/10/1920, quando un corteo di circa seicento persone, riunitesi per celebrare il successo socialista alle elezioni, si trasforma nel massacro di tredici cittadini ed un carabiniere, con una sessantina di altri feriti. Le responsabilità dell'eccidio sono rimaste sempre incerte.


Per saperne di più:


sabato 2 novembre 2019

02 - Le cose


1) I santini
La cosa più rappresentativa di San Giovanni Rotondo in tutto il mondo sono proprio i santini di Padre Pio. Se ne possono trovare di tutte le forme e di tutte le dimensioni e non c'è turista che non ne acquisti qualcuno. Non sono solo cose da turisti, però. Infatti, è veramente raro non trovare richiami  a questo santo in ogni (stanza di ogni) casa di San Giovanni Rotondo. 





2)La granita di Biasino
No, è vero, non siamo in Sicilia, ma non potevo non nominare la granita.
Quella di cui sto parlando non è una granita qualsiasi, ma quella di Biasino. Il chiosco di Biasino è una vera e propria istituzione a San Giovanni Rotondo. Non vende solo granite, ma queste sono sicuramente la specialità della casa.
Io ed i miei amichetti eravamo clienti fissi, soprattutto la domenica, "dopo la messa". Figurine e granita di Biasino... quella si che è stata un'infanzia felice!

P.S: seguite Biasino su Intagram @biasinosgr, non ve ne pentirete!









3) Il propato di Cavorsi
Altra istituzione a San Giovanni Rotondo è il Panificio di Cavorsi, dove si può acquistare il propato più buono del paese, a mio parere, che non manca ma nel mio "pacco da ggiù"!

Il Propato ( “lu prupate") è un dolce caratteristico che trova la sua origine nella memoria tradizionale, poiché veniva preparato nel corso di matrimoni (infatti è conosciuto anche come "dolce della zita", ovvero dolce della sposa) comunioni o battesimi.

01 - Il Blog, il Luogo

San Giovanni Rotondo 
visione aerea

coordinate: 41°42′N 15°44′E