Il primo step aveva lo scopo di introdurre San Giovanni Rotondo, il mio paese natale, scelto perchè penso che per analizzare un luogo (o un oggetto), bisogni prima di tutto conoscerlo a fondo.
Proprio questa conoscenza approfondita del mio paese mi ha permesso di eseguire un'analisi più personale, di metterci davvero nel mio. Ne sono una prova le cose che ho scelto a rappresentanza del luogo, che sono una parte concreta del mio passato e della mia vita di tutti i giorni nei periodi in cui torno a casa.
Il mio paese è famoso in tutto il mondo, ma pochi ne conoscono tutta la storia. Proprio per questo motivo, nonostante l'ampio repertorio di saggi, libri e chi più ne ha più ne metta, non ho voluto selezionare qualcosa riguardante Padre Pio, ma un libro che invece trattasse di quella parte della storia sconosciuta ai più, al fine di diffonderla.
Tuttavia, non ho potuto fare a meno di parlare della parte della storia che ha reso famoso San Giovanni Rotondo, ovvero quella relativa a Padre Pio, che osservo da un punto di vista un po' insolito.
A questa figura mi sono anche ricollegata per la scelta del film, che in realtà è collegato a tanti ricordi della mia infanzia, che sono tutti riaffiorati quando ho rivisto qualche scena per scrivere il post.
Devo dire, però, che la mia era una conoscenza molto "terra terra", come diremmo in Puglia, da alcuni punti di vista, come quello dell'origine del suo nome, che sono stata ben contenta di approfondire per la stesura di questo blog.
La cosa che ha scelto ha un collegamento abbastanza labile con il luogo. In realtà, però, da quando sono una studentessa fuori sede, ho imparato ad apprezzare le piccole cose e a non dare per scontato nulla, soprattutto la mia famiglia. Quando, la scorsa estate, sono tornata a S.G.R. sono andata a casa di mia nonna ed ho rivisto un vecchio carillon con il quale ero solita giocare da bambina. Devo dire che mi ha fatto un certo effetto, a riconferma del potere che gli oggetti hanno sulla nostra memoria. All'inizio del corso queste sensazioni erano ancora abbastanza vivide, ed è per questo che la scelta è ricaduta proprio su questo oggetto.
Come abbiamo più volte durante il corso, per capire la storia di una caso, bisogna prima di tutto analizzare i suoi nomi, cercando di non fermarsi ad una sola lingua.
Ulteriori informazioni sull'oggetto e sulla sua percezione nella cultura popolare, due concetti strettamente connessi, si possono ricavare dai proverbi che ne parlano.
Dal punto di vista più pratico, invece, è utile analizzare l'anatomia, la tassonomia della cosa, le azioni che si possono svolgere con o relativamente ad essa ed il suo utilizzo in una dimensione più casalinga. Navigando sul web, poi, ho trovato un articolo su un utilizzo alternativo del carillon.
Le cose, inevitabilmente, veicolano messaggi che vanno al di la della loro materialità, diventando quindi dei simboli. Il film Anastasia era uno dei miei preferiti da bambina ed è proprio da questo che deriva il significato simbolico che io attribuisco al carillon.
Proprio perchè sono simboli, sono infiniti i collegamenti che si possono far partire da una singola cosa, come evidenzino la nuvola dei nomi e la mappa concettuale.
Se fino ad adesso i collegamenti sono stati abbastanza immediati, trovare un collegamento tra carillon e cucina non è stato facile, ma alla fine ne ho trovati ben due. Il primo riguarda più il cibo, il secondo invece le bevande, quindi alla fine posso ritenermi abbastanza soddisfatta della copertura che sono riuscita ad ottenere.
Ho cercato di analizzare poi la presenza del carillon in tutti gli ambiti delle arti in senso generale, quindi musica (per cui ho trovato due collegamenti: 1 e 2. Collegato a questo, ho anche fatto una playlist su Spotify dei risultati che ho ottenuto cercando "carillon") , cinema, fumetti, letteratura ed arte in senso più stretto. Ho aggiunto anche, dopo averne discusso a lezione, il tatuaggio che ritrae la cosa.
Sempre rimanendo nella sfera creativa, ho trovato un sito dove si può creare la propria melodia da carillon e ne ho scritto un breve post a riguardo.
Sono stati analizzati anche i brevetti relativi alla cosa o a parti di essa e, sempre nell'ambito dei documenti, si è cercato anche un francobollo che ritraesse l'oggetto.
Ci è stato chiesto, poi, di rintracciare sia un protagonista a rappresentanza della cosa, che di immaginare (oppure semplicemente citare) un museo che la celebrasse.
Ho poi raggruppato i numeri che definiscono la cosa e stilato un alfabeto relativo ad essa, cercando di spaziare il più possibile.
Alla fine, posso ritenermi soddisfatta dell'analisi effettuata, soprattutto per avermi dato l'occasione di ricercare ed approfondire argomenti sui quali, altrimenti, difficilmente mi sarei soffermata.
Confermo, quindi, la tesi iniziale del professore, ovvero che non si può vivere solo di ingegneria, ma ci sono tante altre cose belle che meritano e devono essere tenute in cosiderazione.
Confermo, quindi, la tesi iniziale del professore, ovvero che non si può vivere solo di ingegneria, ma ci sono tante altre cose belle che meritano e devono essere tenute in cosiderazione.
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